Ed ecco qui che stai qui con te, nudo sotto un portico piovoso ed asfissiato dai vapori che hai fumato, quelle nebbie tenebrose con un mix di vandalismo e tanto alcol. Con la musica e il peccato, la dimenticanza ti ha assalito e per svago hai preferito il tuo dolore ai bei sogni. Che certo, ti ha tradito, s’è fatto qualcun altro e si è vantato!
Ma sei uscito, intingendo le tue lacrime d’azzurro, bagliore intenso, per fingere e inventare la tua nuova felicità; pronto, incauto, le caviglie strette che ti tengono su in piedi; la luce in mezzo agli occhi, sofferenti dei fumogeni attivati per negare lo sconforto.
E ti ripeti “non è niente!”, bagni le tue labbra con un succo rinfrescante.
Pettinato e profumato, decorato dai vestiti più cangianti che nascondono il tuo corpo, solo maglie firmate e boxer senza onore. Ti trascini, debole tra gli spettri di finzione, dentro un mondo artificiale creato su misura. Ti trascini coi tuoi cocktail tra i bar della città, deluso e troppo illuso dai tempi e spaventato, terrorizzato dagli spazi che ti accerchiano. Qui! Tu stai qui da solo, come sempre.
Poi lo pensi! Ed i pensieri tuoi, appannati, schiariscono del tutto in mezzo al buio. Pensi al profumo, al buon sapore, la sensazione del suo corpo, che lo tocchi e lo respiri; e le luci ti fanno sudare, lo sguardo del mondo vergognare. Inizi a sentire il tuo nome passare tra la bocca dei tanti, così fuggi, rispondi poi neghi e ti nascondi. E ti ripeti le parole, incapace di gestirle, di afferrarle, fuori di te.
Poi guardi altrove.
Ti senti un bambino disfatto, lasciato da solo in mezzo alle nuvole mentre fuori piove ed il cielo ti urla contro quanto hai sbagliato! e lo vedi, l’altro uomo che gli dorme accanto, che gli sfiora cauta la schiena, scivolando con le dita sul suo corpo mentre il tempo passa e non ti accorgi del silenzio che ti avvolge, ti incupisce e non riesci più a sfuggire.
E ti manca il respiro, ne senti la sete eppure quel che è fatto resta.
E lo sai, non puoi andare oltre, non puoi vestirti meglio e ritornare indietro. Puoi cntinuare a pensare e leggere l’angoscia, che ti sembra d’essere incapace a soffrire.
Ma tu sei una stella brilla, che si affligge nei suoi spazi violati da un estraneo che ha nutrito falsità ed emozioni. Tu ci pensi e poi lo chiami, col suo nome, come amore.
Come un angelo da collezione.
Sei un vero poeta!
Riporto alcune tue struggenti parole
” Ti senti un bambino disfatto, lasciato da solo in mezzo alle nuvole, mentre fuori piove”
E’ una meraviglia leggerti
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Quale onore sentirmi talmente compiaciuto
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