Tremavo
Foglia in foglia
Senza forze
Dal capo tondo
Fin sul pube
Di ricci folto
Ramoscelli
E braccia umane
Tremavo
Foglia in foglia
Senza forze
Dal capo tondo
Fin sul pube
Di ricci folto
Ramoscelli
E braccia umane
Terminassero le belve
Che mi mangiano l’interno
Mentre tutto fuori
Ciò che è bello è eterno.
Sto cadendo
come un angelo del cielo
che si scorda del paradiso
per un peccato che ha commesso,
uno sbaglio senza senso
colto al declinare
di un amore a senso aperto.
Sto cadendo
con le foglie morte dell’autunno,
plano sopra l’aria, impaziente
di toccare il suolo
finché non mi tocca una folata
che mi porta via,
lontano dai miei sogni;
che mi butta in mezzo al fango,
nell’orrore del pantano
Senza che possa allontanarmi,
immobile
sotto un albero che non mi appartiene.
Sto cadendo
dall’eccelso spazio intenso, trascinandomi le stelle
contro cui mi sbatto
e scivolando
tra la polvere spettrale
che abita l’universo.